Una scena senza musica

Storia della Digital Records

“Nessuno ha mai pianto davanti una scena senza musica”.

Ha esordito così Goffredo Gibellini, mentre sfoderava il divano violentato da un cane capriccioso e io mi perdevo tra i cavi colorati che si attorcigliavano elegantemente sul banco dello studio tra centinaia di pulsanti, manopole e potenziometri. Nella stanza grande, dall’altra parte del vetro, regnava invece un silenzio assoluto. Due semafori, inspiegabilmente lì, erano fissi sul verde, e decine di tamburi appesi al muro illuminavano delicatamente i microfoni e i leggii.

“Li ho costruiti da solo”, mi ha anticipato Goffredo scoprendomi intento a scrutarli, “ma non sono solo lampade. Servono per illudere, manipolare la realtà; che in fin dei conti è esattamente ciò che facciamo qui.”

Questo articolo è stato pubblicato su www.informazionesenzafiltro.it

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