
Il 10° ospite de #IlLibroDellaVita è il giornalista e podcaster Pablo Trincia che ha scelto di raccontare il capolavoro di Truman Capote.
Nato a Lipsia nell’allora Germania Est da padre italiano e da madre persiana, si trasferisce con la famiglia a Milano. Viene chiamato Pablo in onore del poeta Pablo Neruda. Dopo il diploma, a 22 anni, si trasferisce a Londra dove si laurea in lingue e letterature africane alla School of Oriental and African Studies. Nel 2003 torna a Milano, collaborando con PeaceReporter, sito d’informazione per il quale scrive notizie sull’Africa.
Nel 2005 intraprende la carriera di giornalista freelance collaborando con diverse testate. Lavora poi per la trasmissione Le Iene, La7, Rai e numerose altre televisioni in veste di autore, conduttore e inviato.
Dall’ottobre 2017 è co-autore insieme a Alessia Rafanelli di Veleno, un’audio-inchiesta a puntate in podcast sul sito de La Repubblica, che racconta il caso dei diavoli della Bassa modenese, un fatto di cronaca accaduto tra il 1997 e il 1998.
Nel 2019 pubblica Veleno-Una storia vera, il suo primo libro edito da Einaudi.
Nel settembre 2019 diventa inviato di Chi l’ha visto? e, nello stesso anno, esce su Audible una sua serie in Podcast dal titolo “Buio”.
Pubblicato nel 1966, “A sangue freddo” suscitò una serie di polemiche di carattere letterario ed etico-sociale. L’autore venne accusato, tra l’altro, di voyerismo cinico, per aver voluto registrare “oggettivamente” un fatto di cronaca nera, anzi di violenza gratuita, avvenuta nel cuore del Middle West agricolo: lo sterminio brutale di una famiglia da parte di due psicopatici. Nel libro, la visione puntuale delle dinamiche della vicenda, ottenuta grazie all’assidua frequentazione dei due colpevoli, giustiziati dopo un processo durato sei anni, è filtrata e riscattata attraverso una sapiente rielaborazione stilistica.
Anche i bambini mentono. E una loro bugia può evocare l’inferno.
Alla fine degli anni Novanta, in due paesi della Bassa Modenese separati da una manciata di chilometri di campi, cascine e banchi di nebbia, sedici bambini vengono tolti alle loro famiglie e trasferiti in località protette. I genitori sono sospettati di appartenere a una setta di pedofili satanisti che compie rituali notturni nei cimiteri sotto la guida di un prete molto conosciuto nella zona. Sono gli stessi bambini che narrano a psicologi e assistenti sociali veri e propri racconti dell’orrore. La rete dei mostri che descrivono pare sterminata, e coinvolge padri, madri, fratelli, zii, conoscenti. Solo che non ci sono testimoni adulti. Nessuno ha mai visto né sentito nulla. Possibile che in quell’angolo di Emilia viga un’omertà tanto profonda da risultare inscalfibile? Quando la realtà dei fatti emergerà sotto una luce nuova, spaventosa almeno quanto la precedente, per molti sarà ormai troppo tardi. Ma qualcuno, forse, avrà una nuova occasione.
Nota: niente di quello che è scritto in questo libro è stato in alcun modo romanzato dall’autore.
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